Se diminuiscono i disoccupati, ma di contro non aumentano gli occupati, significa che ci siamo persi un pezzo. L’ultima rilevazione Istat sul mercato del lavoro in Italia restituisce un quadro preoccupante.

Sono tre i fattori di emergenza nel mercato del lavoro italiano: la disoccupazione giovanile, quella femminile e gli inattivi.

I dati dell’ultima rilevazione mensile Istat dimostrano che la situazione non migliora. La disoccupazione è ancora ai massimi livelli in Italia. Ad agosto, infatti, il tasso di disoccupazione è rimasto stabile per il terzo mese consecutivo, attestandosi al 10,7%, che continua a essere il dato più alto mai rilevato.
Nella fascia di età tra i 15 e i 24 anni, il tasso di disoccupazione è al 34,5%. L’occupazione femminile ormai ridotta al 47,2%, continua a diminuire: la differenza di genere si fa sentire molto quando si parla di lavoro, basti pensare che lo stesso dato per gli uomini è al 66,7%.
Il vero danno, però, di una crisi così prolungata e diffusa sarà la perdita irrecuperabile di risorse umane, ossia di coloro che in condizioni normali avrebbero un posto di lavoro, ma che la mancanza di prospettive e la lunga ricerca infruttuosa hanno portato verso l’inattività totale e definitiva.
Gli inattivi tra i 15 e i 64 anni aumentano dello 0,6% rispetto al mese precedente: stiamo parlando di una perdita di 92 mila persone in età lavorativa. Il tasso di inattività si attesta al 36,3%, con un aumento di 0,2 punti percentuali in termini congiunturali e una diminuzione di 1,3 punti percentuali su base annua.
Come ce la caviamo nel confronto col resto d’Europa? Grecia e Spagna sono ancora una volta i paesi con il livello di senza lavoro più elevato (rispettivamente 25,1% e 24,4%), mentre i Paesi col tasso di disoccupati più basso sono, e anche questa è una conferma, Austria (4,5%), Lussemburgo (5,2%), Olanda (5,3%) e Germania (5,5%).

Raffaella Giuri

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